Il tango diventa patrimonio dell'Unescu
L’Unesco promuove il tango: è un bene dell’umanità perché «personifica sia la diversità culturale sia il dialogo,
rappresenta l’essenza di una comunità e pertanto merita di essere salvaguardato».
«Un Bene Culturale Immateriale» così l'Unesco ha annunciato l'inserimento del Tango argentino
nel patrimonio dell'Umanità. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e
la Cultura ha preso la decisione nel corso di un meeting fra 400 esperti riuniti ad Abu Dhabi per
compilare una lista di arti e tradizioni da salvaguardare. Sono l'Argentina e l'Uruguay che congiuntamente
avevano avanzato la proposta, visto che la storia di questo ballo è strettamente legata a quella del Rio de la Plata,
il fiume che divide i due paesi. Il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco
ha selezionato 76 candidature su un totale di 111, presentate da 35 Paesi.
E' così premiato il ballo della seduzione perchè «personifica sia la diversità culturale,
sia il dialogo. Rappresenta l'essenza di una comunità e pertanto merita di essere salvaguardato».
L'origine del Tango risale al principio del Novecento quando sulle sponde del Rio della Plata giungevano
immigrati europei tra i quali italiani, tedeschi e spagnoli che mescolavano le loro culture a quelle delle popolazioni
locali e delle comunità di origine africana che giungevano dal Centro America. La musica e il ballo sono il risultato di una
miscela di ritmi e melodie con una forte componente nostalgica e sentimentale dove lo strumento caratteristico è il Bandoneon.
Tra i compositori gli italiani come Di Sarli, Pugliese e De Caro, tutti figli di immigrati, hanno fornito un forte contributo.
Le parole delle canzoni sono spesso in lunfardo, il gergo parlato nel porto di Buenos Aires dai malavitosi, per non farsi capire.
Ma le storie raccontate nel tango sono legate anche a quella cultura della strada, dei combattimenti con i coltelli e delle forti
passioni, raccontati nei testi di Evaristo Carriego e Jorge Luis Borges. Una cultura che viene dal basso ma che è stata esportata nei
salotti aristocratici francesi prima di tutti da Carlos Gardel negli anni '30. Per poi diffondersi in tutto il mondo. Come ha scritto il maestro tanguero Horacio Ferrer, il tango «è anzitutto un modo di vivere, di sentire e di muoversi».